All I need is love
All I Need is Love è un’installazione di 10 opere, pensata per generare un continuum percettivo dove l’amore ricorre costantemente. Le memorie adolescenziali si astraggono per eleggere a veicolo di un pensiero privato oggetti vetusti mostrati in piccola taglia. L’ispirazione per il site-specific all’interno della cavallerizza di Palazzo Sant’Elia si adegua alle dimensioni dello spazio e si risolve nello spargere confetti al centro, dichiarando l’aderenza alla sfera emotiva e relazionale dei legami riusciti e di quelli in via di allentamento, perdita o abbandono, quanto di inatteso sortilegio. Nel lavoro di Desideria Burgio convivono gli opposti. Nata e cresciuta a Palermo, l’artista ha esposto soprattutto all’estero. La mostra più recente è una personale a Strasburgo in corso fino a marzo 2009. Qui si gioca a dualismi e contrasti, ogni lavoro descrive uno stato percettivo con una riflessione al suo interno mentre l’ironia di fondo pavimenta la cavallerizza con la glassa plasmata per scopi propriamente dulcinei, a indicare buoni auspici per il futuro. Un sogno crepuscolare e ironico al contempo permette di identificare ambienti familiari con metafore e iconografie del culto infantile. Il progetto fotografico legato all’elemento matrimoniale della torta nuziale raffigura le unioni in un mondo immaginario: Cenerentola aspetta il suo principe azzurro ormai da molti considerato inesistente.
Peter Pan, eterno solitario, si accasa con Trilly unica femmina volante e, proprio per questo, angelo immaginario con cui convolare a nozze. Biancaneve è indecisa nell’attesa e si guarda intorno, mentre gli acerrimi nemici dei fumetti smettono di tormentarsi e trovano sull’altare inediti punti in comune. Due cicogne lasciate al loro destino in favore di nuovi metodi di biogenetica, paventano il rischio di solitudine e covano impensierite sulla vetta del dolce immacolato di panna bianca.
La serratura attraverso cui si scorge la dichiarazione di partenza “Am Blind to Love” - ovvero Sono invisibile all’amore - è custodita in una sorta di scrigno dentro il quale esiste come nell’intera mostra l’auspicio a ravvedersi. Le luminarie siciliane dividono i potenziali consorti in due altari separati e sottolineano la necessità di conservare il proprio spazio vitale per evitare debàcle nel giro di pochi anni. La fotografia di un letto regale, sormontato da una corona e volutamente posto dentro una verticale cornice dorata, investe l’oggetto del significato di luogo consacrato al sogno quotidiano, unico posto sicuro dove approdare ogni giorno. La perdita dell’oggetto desiderato è racchiusa dentro una boccia di vetro, colma di fedi nuove e usate, simbolo di unioni effimere troppo brevi. L’illusione rimane legata a una chiave, regina di tutti i chiavistelli, sovraesposta come in un sogno nel velluto rosso.